What they say: information and opinions

Radio Toscana Classica

La terza edizione del Pontedera Music Festival, significativamente intitolata Tornare in contatto, prende il via con Maurizio Baglini. Il programma, che va dal 10 aprile al 26 giugno, si apre infatti con un recital del pianista pisano, che propone la Sinfonia n. 6 di Beethoven nella trascrizione di Liszt e Carnaval di Schumann. L’esecuzione sarà accompagnata da proiezioni dell’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate.

La Nazione

Al via il terzo Pontedera Music Festival Parola d’ordine: "Tornare in contatto"

Dove eravamo rimasti? A una serie di concerti che forzatamente sono stati interrotti, ma che adesso tornano in vita grazie alla rete e forse anche a un po’ di coraggio. Prende il via la terza edizione del Pontedera Music Festival chiamata Tornare in contatto, così da esplicitarne l’intento: rimettere al centro d il contatto con la musica dal vivo, nel modo migliore in cui sarà possibile farlo e coerentemente con l’evoluzione della situazione sanitaria. I concerti infatti si svolgeranno nell’Auditorium del Museo Piaggio e in quello dell’Accademia della Chitarra: tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta streaming sulle pagine Facebook e Youtube del Pontedera Music Festival, del Museo Piaggio e dell’Accademia Musicale Pontedera. Per la partecipazione dal vivo sarà valutata la possibilità di far accedere il pubblico solo ad alcuni concerti qualora l’evolversi della situazione sanitaria, e quella normativa connessa, lo rendesse possibile. Nel cartellone di quest’anno si individuano alcuni filoni che collegano idealmente i concerti. Si conferma la collaborazione con il pianista Maurizio Baglini, che propone un appuntamento solistico domani alle 18: la Sinfonia n. 6 di Beethoven (trascrizione di Liszt) e Carnaval op. 9 di Schumann per pianoforte solo saranno accompagnate da proiezioni originali dell’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate.

Corriere Fiorentino

Un carico di concerti con streaming multi-angolare
Francesco Ermini Polacci

Riprende oggi con un titolo di fiduciosa speranza («Tornare in contatto») il Pontedera Music Festival, rassegna di concerti organizzata dall’Accademia Musicale Pontedera e dalla Fondazione Piaggio (con la collaborazione dell’etichetta discografica Fonè), giunta alla terza edizione. I concerti — che si svolgeranno presso l’Auditorium del Museo Piaggio e quello dell’Accademia della Chitarra — saranno, ovviamente, trasmessi in diretta streaming, sulle pagine Facebook e sui canali YouTube del Pontedera Music Festival, del Museo Piaggio e dell’Accademia Musicale Pontedera: almeno per ora, salvo poi valutare la possibilità di far accedere il pubblico ad alcuni concerti presso l’Auditorium dell’Accademia, situazione sanitaria e normative permettendo. C’è anche la possibilità di collegarsi in autonomia scegliendo punti di vista diversi del palco, o di assistere allo streaming multi-angolare trasmesso sulla pagina principale del festival. Non mancano comunque gli appuntamenti degni d’attenzione in questo denso calendario (fino al 26 giugno), a cominciare da quelli previsti in questo week-end. Oggi (ore 18), il pianista Maurizio Baglini presenta un programma che valorizza le capacità illustrative della musica, eseguendo la Sinfonia n. 6 «Pastorale» di Beethoven — che evoca la natura nei suoi vari aspetti — nella riuscita trascrizione pianistica di Liszt, e Carnaval op. 9 di Schumann — che indaga invece le sfaccettature dell’animo umano, attraverso le figure rappresentate in musica del sognatore Eusebio e dell’appassionato Florestano. Caratteristiche che saranno evidenziate dai video di Giuseppe Andrea L’Abbate, proiettati durante l’esecuzione per dar così vita a una dimensione d’ascolto multimediale.

La stampa

L'amore degli ingegneri per la musica classica

IL 14 PER "POLINCONTRI" BAGLINI E L'ABBATE SI ESIBISCONO NELL'AULA MAGNA

Al PolitecnicodiTorino, tra integrali e derivate, alla musica è riservato un posto di riguardo. La fabbrica degli ingegneri dispone di un'Aula Magna dotata dei migliori requisiti acustici per ospitare concerti d'alto livello.[...] Dopo l'apertura con il ''Trio Smetana", il secondo concerto in programma lunedì 14 ottobre, alle ore 18, nell'Aula Magna del Politecnico propone un titolo singolare: "Olio, acquerelli e sogni infantili" e vede sul palco il pianista pisano Maurizio Baglini fondatore e direttore artistico dell'Amiata Piano Festival con accanto Giuseppe Andrea L'Abbate, artista multimediale. I "Quadri di un'esposizione" di Musorgskij nella versione originale per pianoforte e le delicate "Kinderszenen op.15" di Schumann stabiliscono un insolito collegamento con le proiezioni multimediali di L'Abbate.

La voce e il tempo

Al Poli i Quadri di Mussorgskij

Lunedì 14 alle 18 (Aula Magna Agnelli) per Polincontri Classica, felice ritorno del pianista Maurizio 'Baglini che suona di Musorgskij i cele­berrimi «Quadri da una esposizione» e di Schumann le toccanti «Kinderszenen op. 15». Ad aggiungere appeal alla serata, le proiezioni dell'artista multimediale Giuseppe Andrea L'Abbate.

Repubblica Torino

Polincontrl Musorgskij

Il pianista Maurizio Baglini (nel­la foto) torna a sedersi alla tastiera dello Steinway del Politecnico per "Polincontri": lo affiancano in "Olio, acquerelli e sogni infantili", le immagini di Giuseppe Andrea L'Abbate, che accompagneranno "Quadri da un'esposizione" di Mu­sorgsk.ij e "Kinderszenen op. 15" di Schumann,

Maurizio Baglini Project

di Dino Villatico

16 dicembre 2018 «Il mio obiettivo» – commenta Maurizio Baglini – «è creare un nuovo punto di riferimento musicale a Roma, dove si possano ascoltare programmi freschi e originali, senza barriere tra i generi. Questa prima edizione accosta Mendelssohn a Gershwin e propone grandi autori del nostro tempo come Azio Corghi e Sofia Gubaidulina. Per quanto riguarda gli interpreti, ho coinvolto colleghi non solo di chiara fama, ma anche disponibili a creare insieme qualcosa di nuovo: vorrei che Villa Torlonia diventasse una sorta di Wigmore Hall romana» Il pianista pisano sta parlando del suo Maurizio Baglini Project, al Teatro di Villa Torlonia di Roma per la stagione da camera di Roma Tre Orchestra, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tre e con il Teatro di Roma. Sono andato alla penultima serata, sabato 15 dicembre. Ho scritto tante volte che l’arte è sempre arte contemporanea. Anche quando si legge Omero o si guarda un vaso greco. La filologia, l’archeologia, lo studio delle condizioni storiche, anziché allontanare questa contemporaneità, distrarre da essa, la esaltano, la intensificano. L’incontro notturno tra Ettore e Andromaca non vuole essere una condanna della guerra – Omero è pur sempre il poeta di un’aristocrazia guerriera – ma nemmeno ne costituisce un elogio incondizionato. L’Iliade, della guerra ci mostra sia l’eroismo cavalleresco che la ferocia omicida. La seduzione di un adolescente che certi vasi greci ci mostrano spudoratamente, l’adulto che solletica il sesso del ragazzo, non è né elogio né condanna, ma rappresentazione di una reciproca disponibilità. Siamo, però, sicuri che la nostra società attuale non conosca né la violenza di una guerra né l’attrazione tra un uomo e un ragazzo, al di fuori o indipendentemente dal giudizio morale che se ne possa dare? L’arte rappresenta, racconta, non giudica. La musica non fa eccezione. Tra l’altro la musica è un’arte asemantica: i significati sono suggeriti da convenzioni retoriche, che cambiano di epoca in epoca, non dalla corrispondenza tra suoni e parole. Tanto meno, comunque, fa eccezione, quando è la musica di un compositore del nuovo, di un musicista avverso a ogni muffa passatista (ma non alla tradizione!), come Schumann. Il Carnaval (e mi raccomando: dire Carnavàl, non Càrnaval) op. 9 si chiude con la marcia degli associati di David (Davidsbündler) contro i Filistei. Chi sono i Filistei, per Schumann? I tradizionalisti, i nostalgici del passato, coloro che ipostatizzano la perfezione in qualcosa che c’è già stato e sono pertanto nemici del nuovo. dell’inesplorato, coloro, cioè, che vogliono, dall’arte – ma anche dalla politica – sempre e solo, la conferma del confermato. Contro costoro marciano gli associati di David, i nuovi artisti, coloro che cercano in tutto, sempre, il nuovo, che anzi vedono il nuovo anche nei grandi del passato, per esempio in Bach, sperimentatore infaticabile della costruzione musicale. Baglini ha chiesto ad Andrea L’Abbate, esperto di figurazione digitale, di costruire immagini che potessero associarsi alle musiche del Carnaval. E le fa proiettare su uno schermo mentre lui suona. Qualche ascoltatore potrebbe sentirsene distratto, ma qualcun altro invece stimolato a riconoscere combinazioni nuove di idee. Tanto più poi che sulla tastiera Baglini ci offre una lettura insieme scrupolosa e modernissima della folgorante partitura. Disturbava un po’ il rumore del proiettore. Ma l’efficacia dell’interpretazione di Baglini sta nell’evidenza con cui si muovono e si percepiscono le varie voci del contrappunto, il senso costruttivo dei processi armonici, il gioco variegato dei timbri pianistici, la differenziazione dei modi d’attacco, la mutevolezza dunque del tocco.

...

leggi tutto Gli Stati Generali oppure dionysos41.blogspot.com

Imola, Maurizio Baglini: "Suono musica tutta da vedere"

di Cesare Sughi

Imola, 23 febbraio 2018 - Non aspettatevi l’ormai consueta performance musicale con una serie di video a fare da accompagnamento. Il concerto di stasera (Teatro Stignani, ore 21, per Emilia Romagna Festival), posto sotto il titolo ‘Musica da vedere’, con una preziosa scaletta composta dal ‘Carnaval’ di Robert Schumann e dai ‘Quadri di un’esposizione’ di Modest P. Musorgskij, consegnerà al pubblico emozioni ben più elaborate. Le spiega il 42enne pianista Maurizio Baglini, diplomato nel 1999 all’Accademia Pianistica imolese del maestro Franco Scala, con l’integrale di Schumann (è in uscita un cd dedicato a lui) e di Musorgskij in un curriculum zeppo di recital e incisioni, protagonista della serata insieme a Giuseppe Andrea L’Abbate e alle sue sperimentazioni multimediali. «Il progetto ‘Web Piano’, a cui ho iniziato a lavorare una decina d’anni fa, «nasce dall’intento di rendere accessibile il linguaggio universale della musica classica anche a chi ne ignora l’esistenza, dato che da noi si può fare la maturità senza sapere chi era Verdi.

Come si realizza questo obiettivo?

L’Abbate ha creato un algoritmo capace di dar vita a un insieme di immagini in movimento, pronte a variare di continuo secondo l’andamento della musica, rallentano quando il piano rallenta, accelerano quando accelera.

Può fare qualche esempio?

Nel ‘Carnaval’ c’è Pierrot, con l’eterna lacrima sul viso. Oggi sarebbe il lavavetri che si avvicina lamentosamente alla macchina per avere qualche soldo, la sua scena si chiude con uno sforzato violento, uno schiaffo, come a dire ci hai scocciato con quel piagnucolio, e intanto appare un grosso suv che lo schiaccia. In Musorgkij, l’arrivo del carro dei contadini poveri polacchi, come l’autore l’aveva visto dipinto da Hartmann, evoca il dramma delle migrazioni, diventa un barcone che affonda».

Nelle sue parole c’è un forte impegno civile...

Descrivo fenomeni reali e dimostro che questa musica è cosmicamente contemporanea. D’altra parte l’interprete ha due modi di operare, o non prendere posizione o ricollocare l’opera rendendola più vicina al pubblico».

Lei è famoso nel mondo anche per un altro progetto, ‘Inno alla gioia’, con cui ha portato nei maggiori teatri la ‘Nona’ di Beethoven nella trascrizione romantica per pianoforte di Franz Liszt. C’è un legame con la musica da vedere?

Anche la trascrizione ricolloca, rielabora in qualche modo la partitura da cui prende le mosse. La musica si chiama classica perché è stata classificata come importante. In un mondo dominato dalla tv che la ignora e fa solo mercificazione, dobbiamo smetterla di pensare ai grandi geni musicali come figure vecchie e superate. Io cerco di semplificare i loro contenuti per chi ascolta magari per la prima volta, soprattutto i giovani. Purtroppo oggi si confonde semplificare con banalizzare.

Info www.erfestival.com

Musica da vedere con Maurizio Baglini

Il pianoforte di Maurizio Baglini, accompagnato dalle immagini multimediali e dai clic di Giuseppe Andrea L’Abbate, sarà il protagonista – venerdì 23 febbraio (ore 21.00) presso il Teatro Ebe Stignani di Imola – di uno spettacolo unico e del tutto nuovo: “Musica da vedere”, sulle note di Carnaval op. 9 di Schumann e Quadri di un’esposizione di Mussorgskij.

Tra i più brillanti e apprezzati nella scena internazionale, Baglini ha un repertorio vastissimo che spazia da Byrd alla musica contemporanea. Dal 2012, insieme con l’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate, porta avanti il progetto “Web Piano”, che abbina l’interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici – come il Carnaval di Schumann o i Quadri di un’esposizione di Mussorgsky – a una narrazione visiva originale e di grande impatto, proiettata su grande schermo.

Da questo progetto pluriennale nasce Musica da vedere, che porta in teatro un cocktail unico di note, parole e codice binario, modernizzando e donando nuova vita, nell’interpretazione e nell’atmosfera, a Schumann e Mussorgsky – due sonate che hanno nell’immagine, o almeno nel colore, un’ispirazione fondamentale. Baglini siederà sul palco, al pianoforte, accompagnato da proiezioni titaniche che sembreranno uscite da un altro mondo, o dalla mente stessa di quegli artisti passati e di questi artisti moderni.

Dietro le sue maschere, il Carnaval op.9 di Schumann, nasconde il ritratto di un mondo “sbagliato”. L’affresco musicale si conclude con la “marcia di Davide contro i Filistei” dove l’arte e la cultura si presentano, al contempo, come motori di progresso e baluardi dell’immobilismo conservatore. Mussorgsky, invece, compose i Quadri dopo aver visitato, nel 1874, la mostra dedicata al defunto amico Victor Hartmann. La composizione fu talmente impressionante che suscitò un interesse imperituro: Ravel ne fece una celebre versione per orchestra. Kandinsky ne fece uno spettacolo teatrale disegnando scenografie e pannelli mobili. Emerson, Lake and Palmer ne fecero addirittura una versione rock. Forse non è un caso che questa musica, la quale mette in relazione spazi e linguaggi differenti, abbia dato origine al progetto webpiano: sembrava naturale voler provare nuove esplorazioni in contesto digitale.

Emilia Romagna Festival - 19 feb 2018

Publié le 26/10/2017 à 04:55 | Mis à jour le 26/10/2017 à 04:55

Liszt en version 2.0

Un spectacle total.

“ Lizst dans le futur ” était le thème du concert donné mardi soir, à Équinoxe. Piano et algorithmes y ont fait bon ménage.

Les exégètes de tout crin s’interrogent souvent sur la modernité des artistes. Mais cette modernité peut être protéiforme, dans le message comme dans son interprétation, des siècles après sa création. Et le public en a eu un bel exemple, mardi soir, lors du concert justement nommé Liszt dans le futur donné à Équinoxe.

Algorithmes et harmoniques Après une première partie aussi classique qu’enlevée (Angelus, Jeux d’eaux de la villa d’Este et Évocation de la chapelle Sixtine) signée Maurizio Balglini, le pianiste s’est ensuite adjoint l’aide de Giuseppe Andrea L’Abbate, informaticien de l’université de Pise, pour une performance multimédia associant piano et projection d’images sur grand écran.

Sur le thème des années de pèlerinage de Liszt, en Italie forcément, décliné au piano, les algorithmes de l’informaticien venaient composer sur écran géant une œuvre unique, chaque forme ou déplacement étant étroitement liée au toucher et au rythme du maestro. Une démarche résolument novatrice, qui offre sans doute à Liszt son viatique vers une postérité prolongée et renouvelée. Car c’était bien là l’autre enjeu de ce concert : élargir, toucher un autre public, peut-être plus jeune ou moins versé en musique classique. Le pari pourrait bien réussir. Après tout Richard Strauss et Stanley Kubrick aussi firent bon ménage, par le passé.

la nouvelle republique

Di seguito un estratto dell'articolo di Alfredo Di Pietro e l'intervista al maestro Baglini

SCHUMANN: RÉCITAL MUTIMEDIALE

... Altro capolavoro, altro incrocio con le arti (grafiche in questo caso), è il tanto atteso Carnaval Op. 9, seconda parte del "Récital Multimediale" … "Webpiano" nasce grazie a un'idea venuta in mente a Maurizio Baglini e Giuseppe Andrea L'Abbate, nei fatti un progetto ad alto tasso di sperimentazione, volto a sfruttare le grandi potenzialità della tecnologia multimediale, abbinata alla musica classica suonata sul palco e diffusa sul Web (da cui "Webpiano"). Arte musicale e arte digitale si coniugano quindi in un contesto culturale interdisciplinare, valorizzato da diverse forme di linguaggio ed espressione. Una scintilla che forse non sarebbe scoccata nella mente di un concertista incline al tradizionale, tutto palco e pianoforte, ma che in Baglini ha trovato terreno fertile. Il bello è che la "strana coppia" (musica e immagine) non accetta fenomeni "degenerativi" di alcun tipo.

La musica rimane tale, suonata non mutando alcunché dello spartito originale, il quale viene fedelmente e integralmente proposto dal pianista mentre le immagini create dal computer si susseguono sotto gli occhi dello spettatore. Due binari paralleli e indipendenti che, scomodando il "politichese", potrebbero essere definiti come "convergenze parallele". La narrazione, musicale e visiva, convive generando un "surplus" di visionarietà grazie alle immagini in movimento proiettate su grande schermo. Così in "Préambule", prima delle ventidue "scènes mignonnes" del Carnaval Op. 9, sullo schermo appare un paesaggio urbano, due sfere si toccano e una entra, sospinta dall'altra, in una piazza dove le persone che la popolano sono staticamente rappresentate da statue. Rettangolini blu e rossi si muovono in maniera casuale su uno sfondo urbano nero. "Venite pure avanti vezzose mascherine". La visione a un certo punto si fa mortifera: uno scheletro siede su una poltrona, due ciminiere sullo sfondo sputano fuori sfere rosse, in basso si vede un David di Michelangelo. In "Pantalon et Colombine" due volti, uno maschile e uno femminile, cambiano rapidissimamente espressione e acconciatura in un "loop" iterativo, tecnica spesso utilizzata da Giuseppe Andrea L'Abbate. Un uomo con in mano un teschio cammina, dietro di lui uno scenario di personaggi variamente stilizzati, tra cui si riconosce L.v. Beethoven, fanno da fondale nel meditativo "Eusebius". Poco dopo, l'oggetto tenuto in mano dall'uomo cambia in uno schermo televisivo che propone delle immagini statiche, sempre le stesse, in un rapido alternarsi.

La furia iconoclasta in "Florestan" si risolve nell'immagine di un moderno boia che taglia delle teste, grandi macchie di sangue riempiono lo schermo. Nel vorticoso "Pause - Vivo, precipitandosi" ancora un paesaggio urbano, scenario pressoché costante, in cui ricompare la velocissima alternanza d'immagini. Un turbinare di elementi grafici accompagna ognuna delle piccole scene sulle quattro note, deciso a sottolinearne l'ironia, la tendenza iconoclastica e tutto il mondo schumanniano che qui, forse più che in altre opere, trova perfetta e compiuta rappresentazione. Ed è proprio la città che, con i suoi stridenti contrasti, fa da contorno rivelatore dell'impietosa satira sociale del Carnaval, spaccato di un futuro che tanto acutamente, direi acuminatamente, il genio di Zwickau aveva prefigurato. Dietro le sue maschere si cela una puntuale analisi sociale, politica e culturale, un mondo ingiusto che con le sue convenienze, opportunità e cinismi di ogni sorta si scontra con il vissuto personale dell'uomo integro, delle passioni che albergano in ognuno di noi. Le icone create dal PC rendono perfettamente il senso di falso, quel "Plastic People" contro cui anche Frank Zappa si era scagliato (e la vicinanza tra Schumann e Zappa è per certi versi maggiore di quanto non si possa credere...). I colori artificiali, carichi e senza sfumature, la meccanicità delle immagini cozza contro il fraseggio vivo e sinuoso offerto da Baglini, creando un contrasto tra i diversi elementi espressivi. Ma la musica di Schumann non cede mai alla disperazione, allo sconforto, ricca com'è di un anelito insopprimibile verso un futuro più roseo, di stampo quasi idealistico.

La speranza è "geneticamente" insita nella "Marche des Davidsbündler contre les Philistins", dall'andamento gagliardamente trionfale, emblema della tensione verso la costruzione di un mondo migliore. Maurizio Baglini suona anche le "Sphinxes", tre enigmatiche sezioni di una sola misura ciascuna, senza indicazione di chiave, tempo e dinamica, dove viene ripresa la combinazione delle quattro note A.S.C.H (nella notazione tedesca la-mi bemolle-do-si naturale), vero fulcro della composizione. Quasi sempre vengono omesse nei concerti, tuttavia alcuni pianisti, anche grandissimi come Sergei Rachmaninoff o Alfred Cortot, le hanno suonate. Non credo che il fascino di questo concerto risieda nel tentativo di rendere più intense le emozioni che dispensano questi due capisaldi della letteratura pianistica (la musica è già di per sé eloquente e non avrebbe bisogno di altro), quanto in un esperimento, a mio parere perfettamente riuscito, di contestualizzarli in una temperie moderna. In realtà quasi senza tempo perché la poesia e le immagini "sintetizzate" al PC donano un'aura di epicità a queste composizioni. Questa musica quindi, dotata di un'alta e autonoma espressività, acquista così il sapore della grande narrazione, in versi e immagini, si staglia in una dimensione plastica che aiuta a scoprirne nuovi e più evoluti risvolti. Non che in altri autori Maurizio Baglini sia meno bravo, ma con Schumann naviga davvero nelle sue acque. Eleganza e nobiltà di fraseggio, estro agogico, pieno dominio della dinamica e delle possibilità coloristiche della tastiera, capacità di articolazione e di conferire il peso voluto a ogni nota fanno di ogni sua "performance" un qualcosa di rivelatore, analitico ma non freddo.

Sono doti che, da sole, non sarebbero sufficienti se Baglini a queste non unisse una straordinaria abilità a esternare i suoi umori e stati d'animo del momento, vissuti però nell'ambito di una sempre rimarchevole fedeltà al testo scritto. Delicatissimo nei momenti più intimi (forse stasera venati da una punta di malinconia...), il pubblico ha potuto apprezzare la calibrazione dei suoi pianissimo, eterei, nascenti quasi dal nulla, eppur così intensamente espressivi. Forte e orgoglioso nelle danze più umorali, come pochi è riuscito a incarnare lo spirito di Schumann nell'indicazione "Mit Humor". Alla fine del concerto, degli applausi scroscianti e interminabili con "standing ovation" hanno convinto Maurizio Baglini a regalarci ben tre bis: "Angélus! Prière aux anges gardiens" dal Terzo Anno degli "Années de pèlerinage" di Franz Liszt, "Reflets dans l'eau" dal primo libro delle Images di Claude Debussy e il Corale "Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ BWV 639" di Bach-Busoni. I primi due sono accomunati da un'atmosfera rarefatta, di grande raffinatezza timbrica. All'inizio del primo la voce di Jean-Yves Clément e la musica del pianoforte si sovrappongono. Ieraticamente Baglini affronta il corale bachiano, con la stessa vivezza di suono e profondità d'ispirazione con cui ha suonato le altre opere. Questa splendida serata si conclude così, tra le fascinazioni incrociate di musica, poesia e immagini.
Se fosse stato tra il pubblico, magari in un posto riservato in prima fila, sono sicuro che Robert Schumann avrebbe apprezzato senza riserve...

INTERVISTA AL MAESTRO MAURIZIO BAGLINI, DIRETTORE ARTISTICO DELL'AMIATA PIANO FESTIVAL

Alfredo Di Pietro: Maestro, il progetto Web Piano e la sua collaborazione con l’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate risale a cinque anni fa. Era il 2012 quando lei ha esordito con questo originale "format", in cui l’interpretazione dal vivo di grandi pagine pianistiche si fonde con una narrazione visiva fatta d'immagini in movimento. Il prossimo 24 agosto all'Amiata Piano Festival si svolgerà "Schumann Récital Multimediale", con l'aggiunta di un terzo elemento: la voce recitante di Jean-Yves Clément. Come mai ha deciso di introdurre questo nuovo elemento accanto a musica e immagini?

Maurizio Baglini: Voglio sperimentare una forma d'arte consolidata, ovvero la recitazione in musica, con un poema appositamente scritto su ispirazione dei Davidsbündlertänze di Schumann: quando parlo di multimediale, intendo esplorare una forma d'arte contemporanea in senso lato. Per fare un esempio: se avessimo deciso di inserire la voce recitante in streaming, anziché dal vivo, sarebbe stato subito inteso come progetto multimediale, ma di fatto la recitazione con proiezione di sovratitoli rientra nel desiderio espresso già dallo stesso Schumann di far incontrare le arti fra di loro al fine di aumentare la fruizione del messaggio intellettuale ed emotivo della musica. Se ci aveva pensato un genio come Schumann duecento anni fa, tanto più bisogna oggi sperimentare soluzioni culturali che vadano in questa direzione. Il Carnaval Op. 9 è invece un progetto ormai consolidato e suscettibile di continue evoluzioni anche nella sincronizzazione fra musica dal vivo e algoritmi che creano immagini. Di fatto, il mio recital amiatino è una venerazione pura nei confronti del genio Schumann che aveva già previsto tutto ciò!

ADP: Esistono dei compositori la cui musica meglio si presta a questo tipo di récital, nella forma e nelle finalità in cui lei lo intende?

MB: Tutta la musica cosiddetta a programma ha maggiori possibilità di successo in questo campo: con L'Abbate abbiamo già sperimentato Mussorgsky (Quadri), Images di Debussy, la sonata per violoncello e pianoforte dello stesso Debussy, la lugubre gondola di Liszt, il Bartok con la sonata per due pianoforti e percussioni. In Ottobre proporremo anche il secondo ciclo Lisztiano degli Anni di Pellegrinaggio.

ADP: Credo che la tensione avveniristica contenuta nella musica di Robert Schumann tragga vantaggio da immagini sintetizzate al computer, nel senso che queste ne esaltano la modernità calandola in una realtà si virtuale, ma anche intensamente poetica. Ritiene che anche la forza onirica di questa musica possa uscirne rinvigorita?

MB: Sì: se non la pensassi così, mi limiterei a suonare una musica che di fatto è compiuta e sublime e vive in autonomia. Il mio progetto di commistione di forme d'arte, in particolare l'uso del supporto multimediale, serve a dare una nuova chiave di lettura, attualizzata, ad un pubblico scevro di pregiudizi e fornito di spirito di curiosità.

ADP: Ho trovato il suo Debussy "multimediale" assolutamente incantevole! Proprio meditando sulle fascinazioni ricevute da "Reflets dan l'eau" da Images, ho pensato all'eventuale influsso che il musicista stesso può ricevere nel corso di questa particolare forma di récital. Secondo il suo parere, l'interpretazione potrebbe essere suggestionata dalle immagini e dalla particolare poetica che queste esprimono?

MB: Certamente! Per me la suggestione esiste, anche se non sempre posso, mentre sto suonando, ammirare le immagini che mi fanno da sfondo! Soprattutto, bisogna considerare che le immagini saranno sempre chiavi interpretative per il pubblico che diventa esso stesso interprete dell'esecuzione, potendo scegliere di limitarsi ad ascoltare la musica o di farsi invece magari suggestionare dalle immagini.

ADP: Auspica eventuali futuri sviluppi del Récital Multimediale? È una forma d'arte in cui c'è ancora margine di scoperta?

MB: Siamo solo all'inizio: così come siamo solo al mio terzo CD dedicato a Schumann, autore che, come Liszt e come molti simbolisti, mi offrirà molti spunti per nuovi progetti multimediali!

leggi l'intero articolo

Musica e applausi: al Forum Bertarelli è successo per “Dionisus”

POGGI DEL SASSO – L’irresistibile fascino della musica barocca ha chiuso domenica 27 agosto, la serie dei concerti “Dionisus” dell’Amiata Piano Festival.

... Tutto il ciclo “Dionisus” ha regalato grandi emozioni, a cominciare dall’inaugurazione di giovedi 24 agosto, una serata di grande gusto e raffinatezza intellettuale per le musiche di Schumann magistralmente eseguite al pianoforte da Maurizio Baglini, accompagnate dalle proiezioni sul grande schermo realizzate da Giuseppe Andrea l’Abbate e dai testi e la voce del poeta e musicologo Jean-Yves Clément.

... Sono lieto del gradimento del pubblico che premia i criteri di programmazione a cui mi ispiro: qualità, originalità, varietà, è il commento del direttore artistico Maurizio Baglini ...

Il piano di Baglini video e letture per Schumann

Ultima tranche di concerti per l'Amiata Piano Festival, fino a domenica. Oggi primo appuntamento con il pianista Maurizio Baglini, anche direttore artistico della rassegna, che presenta "Carnaval" e "Davidsbündlertänze" di Schumann in un singolare spettacolo multimediale creato per l'occasione. L'esecuzione delle due raccolte di pezzi, ispirati al compositore dall'idea di una musica nuova che sfidi parrucconi e passatisti (da qui il progetto un'immaginaria lega di Davide da contrapporre ai filistei dell'arte), si accompagna alla lettura di testi propri da parte del poeta e musicologo Jean-Yves Clément e a proiezioni realizzate da Giuseppe Andrea L'Abbate. Da tempo, del resto, Baglini punta sulla videografica per un rimodernamento del recital pianistico che possa interessare i più giovani.

Schumann in alta quota concerto all’Amiata piano festival

CINIGIANO. Maurizio Baglini suona Schumann all’Amiata Piano festival questa sera alle 19 al Forum Bertarelli di Poggi del Sasso (Cinigiano, Grosseto). Il pianista pisano è conosciuto come uno degli interpreti più interessanti della musica del compositore tedesco di cui sta registrando l’intera opera pianistica per l’etichetta Decca, ottenendo strepitose recensioni. L’interpretazione pianistica dal vivo sarà accompagnata da un inedito spettacolo multimediale con i testi e la voce del poeta Jean-Yves Clément e le proiezioni originali realizzate da Giuseppe Andrea L’Abbate.

Da giovedì 24 a domenica 27 agosto l’Amiata Piano Festival propone “Dionisus”, terza serie dell’edizione 2017

All’Amiata Piano Festival è tempo di “Dionisus”. Da giovedì 24 a domenica 27 agosto 2017, al Forum Bertarelli di Poggi del Sasso (Cinigiano, Grosseto), è in programma la terza serie della rassegna fondata e diretta dal pianista Maurizio Baglini e sostenuta dalla Fondazione Bertarelli. Quattro gli appuntamenti di questa tranche che rende omaggio al felice connubio tra musica e vino. Durante tutti i concerti al pubblico verrà infatti offerta una degustazione delle etichette della Cantina ColleMassari, con vista sui vigneti del Montecucco che circondano l’auditorium del festival. Originale e accattivante il programma musicale, che coinvolge celebri stelle del concertismo internazionale, insieme con alcuni tra i più brillanti giovani talenti italiani: oltre allo stesso Baglini, la violinista Anna Tifu, la violoncellista Silvia Chiesa, l’Orchestra Senzaspine, diretta da Luciano Acocella, la Zefiro Baroque Orchestra, diretta da Alfredo Bernardini e l’Ensemble di Fiati del Conservatorio di Milano, diretto da Alessandro Bombonati. Schumann multimediale Giovedì 24 agosto va in scena un inedito spettacolo multimediale, con i testi e la voce del poeta e musicologo Jean-Yves Clément e le proiezioni sul grande schermo realizzate da Giuseppe Andrea L’Abbate. Il pianista Maurizio Baglini, che sta registrando per Decca tutta l’opera pianistica del compositore, eseguirà il Carnaval op. 9 e le le Davidsbündlertänze op. 6. L’interpretazione dal vivo sarà accompagnata da proiezioni multimediali create ad hoc e si alternerà a testi poetici di grande suggestione per un cocktail di note, immagini e parole di grande impatto emotivo. ...

Web Piano - Concerto di Maurizio Baglini, pianoforte

19 Aprile 2017, alle 20:30
Via Duse 1/a - 43121 Parma

Maurizio Baglini, pianista tra i più brillanti e apprezzati sulla scena internazionale, si è fatto conoscere non solo per le sue qualità di interprete ma anche per la capacità di proporre la musica classica usando i mezzi multimediali più moderni. Mercoledì 19 aprile alle 20.30, nell'Auditorium del Carmine, Baglini proporrà il concerto Web Piano, organizzato dal Conservatorio di Musica Arrigo Boito. Il progetto, ideato nel 2006 in collaborazione con l'artista multimediale Giuseppe Andrea L'Abbate, abbina l'interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici a una narrazione visiva originale e di grande impatto, proiettata su grande schermo.

In questa occasione il pianista proporrà composizioni che già nel titolo e nell’ispirazione contengono un forte richiamo all’aspetto visivo: nella prima parte suonerà infatti Images I e II di Claude Debussy (1862 1918), pagine appartenenti al cosiddetto impressionismo musicale, che privilegiano gli aspetti timbrici e coloristici della musica, evocando per esempio i riflessi dell'acqua o paesaggi spagnoli. La seconda parte del concerto sarà dedicata ai Quadri di un'esposizione di Modest Mussorgskij (1839 - 1881), trasposizione musicale di una visita fatta dal compositore a una mostra del pittore e amico Victor Hartmann. Una proposta di assoluta originalità, quindi, in cui la musica sarà arricchita dalla proiezione di immagini di Giuseppe Andrea L'Abbate.

Vincitore a 24 anni del World Music Piano Master di Montecarlo, Baglini ha al suo attivo un'intensa carriera in Europa, America e Asia: oltre milleduecento concerti come solista e altrettanti di musica da camera, in sedi e per istituzioni prestigiose, tra cui l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro alla Scala di Milano, la Salle Gaveau di Parigi, la Victoria Hall di Ginevra, il Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Kennedy Center di Washington. Il suo vasto repertorio spazia da Byrd alla musica contemporanea, con riferimenti importanti a Chopin, Liszt e Schumann.

L'ingresso al concerto è libero e gratuito. Per maggiori informazioni: www.conservatorio.pr.it.

Pianoforte e web si incontrano - La classica diventa multimedial

Como Lake Festival e il Maggio della Grande Musica a Cantù si incrociano oggi e domani fra i tasti bianchi e neri del pianoforte. La rassegna di Amadeus Arte compie un'incursione sonora nel cartellone canturino con una maratona pianistica di due giorni tra repertori inediti, multimedialità e incontri al Teatro comunale San Teodoro. Stasera alle 20 Alessio Brunialti guiderà nel foyer della sala il primo incontro con gli artisti che, per due giornate, costituirà il preludio ad altrettanti concerti previsti con inizio alle 2l sull'ondadiproposteoriginali. Quella odierna prevede che il pianoforte provocato dalle dita esigenti del maestro Maurizio Baglini intercetti la voglia di sperimentare nella musica colta di Giuseppe Andrea L'Abbate: un concertista classico e un maestro di video arte proporranno un modo diverso di incontrare l'opera musicale arricchita da forme d'espressione visiva. Baglini interpreterà le due raccolte descrittive di "Carnaval" op. 9 di Robert Schumann con il polittico di scene intitolate Préambule, Pierrot, Arlequin, Valse noble, Eusebius, Florestan, Coquette, Réplique, Sphinxes, Papillons, Lettres Dansantes, Chiarina, Chopin, Estrella, Reconnaissance, Pantalon et Colombine, Valse Allemande, Paganini,Aveu, Promenade, Pause, Marcia dei "Davidsbiindler" contro i Filistei, e i "Quadri di un'esposizione" di Modest Musorgskij, visita postuma alla mostra dell'amico pittore Hartmann con i relativi dieci quadri inframmezzati Spettacoli 69 dalle famose "Promenades". Definiti motori di progresso o baluardi dell'immobilismo conservatore gli uni, suite descrittiva gli altri, i due affreschi sonori saranno accompagnati da un progetto video destinato a generare nel pubblico nuove tele e percorsi in modo moderno con collegamenti continui fra l'Ottocento e l'oggi. Maurizio Baglini porta avanti con l'artista multimediale Giuseppe Andrea L'Abbate dal 2012 il progetto Web Piano, che abbina l'interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici a una narrazione visiva originale su grande schermo. Stefano Lamon

Paola Parri (P.P.) intervista Maurizio Baglini

P.P.: E arriviamo finalmente all’evento di martedì 16 dicembre al Teatro Comunale di Pordenone. Web Piano, o meglio “Un piano per il web” realizzato insieme Giuseppe Andrea L’Abbate. Vuoi illustrarci brevemente il progetto? M.B.: Premetto che già Kandinsky aveva fatto qualcosa di importante sul tridimensionale, da associare in senso retrospettivo ai “Quadri di un’esposizione”. Io sono partito con Giuseppe Andrea L’Abbate da un progetto che ha un concetto semplice ovvero: qual è una forma d’arte contemporanea creativa attiva? Il multimediale. Piaccia o non piaccia è una forma di espressione contemporanea. Applicato alla grafica può dare quello che poi è il tentativo dell’arte totale. Io mi batto per l’abolizione delle barriere, degli stereotipi anche nella musica, quindi mi piacerebbe che questo lavoro che è partito con l’idea di avvicinare tutti gli appassionati di informatica, di arte creativa applicata al computer, figurativa alla musica e viceversa, potesse portare poi a un rinnovamento nel bacino del pubblico. Mi auguro di portarlo anche in Toscana questo progetto, presso il nuovo Auditorium (Bertarelli Concert Hall, Collemassari), che si presta perfettamente a questo tipo di proiezione. È un progetto che nasce per il web, come si può vedere dal sito, dove c’è una mia esecuzione fatta qualche anno fa, però è bello vederla proprio in live, perché non è una sorta di cinema muto in cui c’è una sincronizzazione della musica dal vivo che però si deve adattare alle immagini. Qui è il contrario. C’è una regia in cui se io suono più lento per esempio l’algoritmo creato da L’Abbate per il quadro fa sì che la proiezione sia sempre diversa e si può adattare, per cui anche un quadro come “Il vecchio castello” può durare anche 40 secondi in più rispetto a come viene concepito sul web e non subisce un danno. Il cambio di scena viene gestito in sincronia con la mia esecuzione live da una regia e questo crea qualcosa di nuovo che è nel massimo rispetto dell’espressione di musica d’arte dal vivo della diretta e fa capire cha anche con il computer, con la tecnologia, si può avere musica dal vivo o comunque arte figurativa proposta dal vivo, che non è statica, fissa e precostituita. Poi ci saranno anche gli scettici che diranno “ma io voglio ascoltare solo musica”, e va benissimo, “chiudi gli occhi”. P.P.: Quindi è una forma d’arte che va ad aggiungersi a quella che già tu proponi suonando… M.B.: Sì. Poi è creata in sintonia fra me e L’Abbate, perché io cerco sempre di riattualizzare ogni interpretazione. Mi spiego meglio. La musica cosiddetta classica, per quanto intramontabile, è comunque datata, perché è stata scritta secoli fa. Qui parliamo di un pezzo che ha 140 anni di vita (i Quadri) Bisogna renderla attuale. Faccio un esempio su tutti. “Bydlo” è il carro agricolo nel fango che fa molta fatica. Le ruote del disegno di Hartmann sembrano quasi quadrate, a simboleggiare questa fatica micidiale di un carro che non si sposta e che simboleggia il sacrificio del contadino nella miseria pur di sopravvivere. Oggi questo senso del movimento lo si vede ad esempio negli scafisti, nel fenomeno tragico di questi criminali che fanno fare questi viaggi della speranza che poi si concludono molte volte in maniera cruenta e violenta. Nel secolo scorso c’è stato il fenomeno della deportazione che ha avuto un epilogo tragico con i campi di concentramento. Anche lì c’era un treno, quindi il “Bydlo” diventa un quadro di guerra. Quindi cercare di attualizzare in senso proprio antropologico un fenomeno di disagio che la musica stessa esprime, perché Mussorgsky fa sentire questa grande fatica per la sopravvivenza, non lo trovo blasfemo, altrimenti dovremmo solo fermare l’interpretazione al tempo in cui è stata scritta, per cui si giustificherebbe esclusivamente la filologia. Così suoneresti Mozart solo sugli strumenti antichi ad esempio. Io sono invece per proiettare nel futuro la musica cosiddetta antica in modo che riacquisti il proprio valore intramontabile, che ha. La musica d’arte, la musica colta penso che debba solo essere comunicata in modo da essere scoperta anche da parte dell’ignorante e ne diventi appassionato. Del resto siamo tutti ignoranti in molte discipline. Io ad esempio vado al cinema e non sono di certo né un cineasta né un attore, non sono un regista né uno scenografo. Vado a teatro, idem. Vado a vedere un museo e posso decidere come interpretare da spettatore un quadro, ma non ne capisco niente. Però non mi è preclusa la visione dell’opera d’arte. Quindi la musica colta deve aggiornarsi in questo senso, altrimenti rimarremo destinati esclusivamente ad una èlite che sta poi scomparendo.

Baglini rilegge al teatro Verdi l’opera omnia di Mussorgsky

PORDENONE. Reduce da due importanti récital solistici - il 3 dicembre al conservatorio di Milano per la Società dei concerti e il 9 al Museo D'Orsay di Parigi - e dai concerti cameristici al festival Pergolesi Spontini e al teatro Ponchielli di Cremona, Maurizio Baglini non poteva non festeggiare il successo del suo nuovo cd Decca nel teatro per il quale costruisce la stagione musicale e all’interno del quale il cd è stato registrato la scorsa estate.

E così, il teatro Verdi di Pordenone ha organizzato una serata speciale - oggi alle 18 - fra musica e parole, con ingresso libero, nel corso della quale il pianista, assieme a Roberto Calabretto, presenterà (sul palco, dove salirà anche il pubblico) il nuovo album, l’integrale pianistica di Mussorgsky, con in apertura la celeberrima suite “Quadri di un’esposizione", in un’interpretazione che porta con sé anche un’altra novità.

In anteprima, parallelamente alla musica, sarà presentato il progetto webpiano dei “Quadri di un’esposizione” legato al cd, a cura del grafico multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate, progetto che abbina l’interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici a una narrazione visiva originale e di grande impatto proiettata su grande schermo.

Il cd, come accennato, è stato registrato al teatro Verdi di Pordenone tra i giorni 5 e 7 luglio 2014 sul grancoda Fazioli F278 1660 di Maurizio Baglini: e ciò testimonia, ancora una volta, la qualità dell’acustica della struttura, oltre alla volontà di Baglini di promuovere tutte le potenzialità del teatro comunale pordenonese.

La suite “Quadri di un’esposizione” di Modest Mussorgsky, intramontabile capolavoro musicale dell’Ottocento russo, è stata orchestrata da compositori come Ravel e Rimsky-Korsakov, interpretata da giganti della tastiera come Richter o Horowitz, perfino rielaborata con chitarre elettriche dalle rockstar Emerson, Lake & Palmer.

Ma Baglini non si sottrae alle sfide e, per la prestigiosa etichetta Decca, ha portato in sala di registrazione una nuova, sorprendente interpretazione, racchiusa in un doppio cd che raccoglie tutta la produzione per pianoforte di Mussorgsky: 113 minuti di musica che comprendono brani di rara esecuzione come la malinconica “Capricieuse” e la dolcissima “Una lacrima”.

Negli ultimi dieci anni Baglini ha interpretato spesso i Quadri dal vivo, dalla Salle Gaveau alla Tokio Kioi Hall.

«La suite di Mussorgsky vanta una storia interpretativa gloriosa - commenta il pianista - ma credo che oggi sia giusto rileggerla in una nuova chiave, più vicina a questo nostro tempo inquieto e travagliato. Nel disco ho cercato di comunicare nel modo più attuale e personale possibile soprattutto la tensione psicologica che percorre l’opera».

Del cd fanno parte anche fogli d’album meno noti se non dimenticati. «Nonostante internet - continua Baglini - recuperare le edizioni critiche originali di alcuni

di questi brani è stata una caccia al tesoro: un’operazione di recupero complessa che ha permesso di riportare alla luce autentici gioielli».

Sky Classica HD - Contrappunti

Sky Classica HD

Maurizio Baglini, ospite della trasmissione "Contrappunti" discute dell'opera di Schumann citando, fra l'altro, il nostro progetto del Carnaval op.9.

Maurizio Baglini, during a tv show on Sky Classica HD, discusses the work of Schumann citing the Carnaval op.9 project by webpiano.

Il “Web Piano” fa tappa in Emilia Romagna. L'innovativo progetto multimediale del pianista Maurizio Baglini e dell'artista Giuseppe Andrea L'Abbate sarà di scena domenica, alle 17, al teatro Comunale di Carpi. L'interpretazione dal vivo del celebre Carnaval op. 9 di Schumann per pianoforte solo sarà accompagnata da proiezioni originali su grande schermo, creando un inedito cocktail di note, immagini e parole. In programma anche altri capolavori di Schumann: Papillons op. 9 e Carnevale di Vienna op. 26.

(Journal of Modena, January 9, 2014)

The "Web Piano" makes a stop in Emilia Romagna. The innovative multimedia project of the pianist Maurizio Baglini and the graphics designer Giuseppe Andrea L'Abbate will be staged on Sunday, at 17, at the Municipal Theater in Carpi. The live interpretation of the famous Carnaval, Op. 9 Schumann for piano solo will be accompanied by original projections, creating a unique cocktail of notes, pictures and words. The program also includes other works by Schumann: Papillons Op. 9 and Carnival of Vienna, Op. 26.

Musica e immagini, ma non videoclip,bensì integrazioni culturali a quanto suggerito dalla musica». Così l'altra sera in S. Barnaba il pianista Maurizio Baglini ha spiegato lo spettacolo del festival D'Annunzio presentato insieme all'artista multimediale Giuseppe L'Abbate. Un progetto interessante teso ad avvicinare il pubblico alla musica. Baglini ha proposto la prima e la seconda serie delle “Estampes” di Debussy e “Carnaval op. 9” di Schumann. Per Debussy erano immagini colorate, scatti dì memoria alla Proust, più adatte alla seconda serie di “lmages”, più astratta della prima. E in “Carnaval” di Schumann le proiezioni esaltavano, in chiave contemporanea, la satira sociale che vi traspare. Un bell'esperimento, non facile comunque che non distraeva dalle eccellenti interpretazioni dì Maurizio Baglini: ricercato quanto libero e sensibilissimo in Debussy, elegante e moderno, ma ricco di slanci in Schumann. Lunghi applausi e per bis una Sonata di Domenico Scarlatti.

f. c.

Rencontre du troisième type dans la cour du musée Granet

C’est une facette méconnue du pourtant célèbre Robert Schumann qu’a proposée lundi le pianiste italien Maurizio Baglini dans le cadre du «musée imaginaire des musiciens» proposé tout au long du festival international de piano de la Roque d’Anthéron. Où l’on découvre un homme «avant-gardiste», «premier vrai critique musical de l’histoire», «politologue» et «philosophe».

Un homme capable aussi de se dédoubler en Eusebius, rêveur introverti, et Florestan, passionné et combatif au sein de son club baptisé «les compagnons de David». Un homme génial, capable de composer toute une oeuvre autour d’un motif de quatre notes, la bémol-do-si mi bémol ou de coller un passage de La Marseillaise dans un mouvement par pure provoc’. Obsédés par les formes musicales, le compositeur n’avait de cesse de les déstructurer, de les malmener, de casser tous les codes pour mieux créer. Passionné, Maurizio Baglini a planché sur une oeuvre en particulier, le «carnaval opus 9». Pas moins de 21 petits tableaux bâtis comme une autobiographie mêlée d’une «véritable satire sociologique» analyse le pianiste. «C’est une description de toute la société de l’époque, avec un Schumann curieux qui évoque la nécessité de compléter la musique par l’art de la poésie ou de la peinture» explique ce dernier. Sur la même longueur d’onde, le musicien a voulu apporter une nouvelle forme d’art, le multimedia, avec un film d’animation concocté par Giuseppe Andrea L’Abbate, spécialiste de la technique. «Deux siècles séparent les deux créations, mais je voulais vraiment quelque chose de lié à ma propre interprétation» précise-t-il.

Quand la 3D et le 19e siècle s’entremêlent

Après un petit détour par deux autres composition de Schumann les «papillons opus 2» et le carnaval de Vienne, qui permettront de mieux appréhender la deuxième partie, on pénètre dans l’imaginaire prolixe des deux artistes.

Un monde peuplé de squelettes en 3D, de statues du David de Michel-Ange démantibulées, de labyrinthes sans issue, de jeux de flipper géant, de mannequins girondes qui appâtent le téléspectateur avant qu’il ne finisse empalé sur une antenne TV. TV où l’on devine bien sûr la trogne d’Il Cavaliere. Outre l’actualité, les références sont aussi picturales avec une dernière image sur «les poissons rouges» de Matisse qui finissent noyés sous les confettis.

Généreux, Maurizio Baglini offrira un final en trois bis. Une étude «Manchega» de Louis Moreau Gottschalk, le «Chopin de la Nouvelle Orléans», une mazurka de Chopin et une petite sonate de Scarlatti pour «la bonne nuit». L’occasion d’apprécier une dernière fois son toucher tout en finesse et précision.

Mireille Roubaud

 

Maurizio Baglini interpreterà Robert Schumann e la sua musica romantica sabato 5 maggio alle ore 21 al Teatro Verdi. Il concerto di musica classica, organizzato dal Rotary club di Pisa e patrocinato dal Comune di Pisa, sosterrà il progetto internazionale PolioPlus,rivolto all’eradicazione della poliomelite,e la Fondazione Stella Maris, che da oltre mezzo secolo si occupa di diagnosi, cura e riabilitazione dei disturbi neurologici e psichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nel corso della serata, Maurizio Baglini accoglierà sul palcoscenico un giovane talento musicale pisano, selezionato da una commissione per l’assegnazione di una borsa di studio finalizzata ad una interclass estiva all’estero.
Il progetto, che il Rotary Club di Pisa affianca al concerto di primavera, nasce con l’obiettivo di stimolare i talenti pisani, sin dall’età adolescenziale, a un confronto ad alto livello in un ambito internazionale.
Con il concerto del Rotary – ha affermato il sindaco Marco Filippeschi – Baglini conclude un ciclo di eventi di grande spessore che hanno offerto alla città nuove opportunità di arricchimento culturale“. Alle parole del primo cittadino si aggiungono quelle di Roberto Cutajar, direttore della Fondazione Stella Maris: “L’iniziativa ci conforta non solo perché potrà arricchire il progetto con una nuova attività di ricerca, attraverso l’acquisizione di un borsista, ma anche perché ci fa sentire supportati dal calore dei sentimenti, in un impegno solidale con i valori di missione della nostra Fondazione, che ogni anno ricovera oltre 2300 bambini“.
Il programma del concerto è interamente dedicato a Robert Schumann: Papillon op. 2 (12 pezzi); Carnevale di Vienna op. 26; Carnaval op. 9, Scénes mignonnes sur quatre notes. Il pianista Maurizio Baglini propone una nuova guida all’ascolto di queste musiche, corredata da proiezioni multimediali a cura dell’artista Giuseppe Andrea L’Abbate, eccellenza pisana nell’ambito della grafica multimediale.

Il pianista Baglini regala il bis

"In trecento si presentano a Palazzo Reale per il concerto Così il maestro decide di replicare lo spettacolo. Maurizio Baglini raddoppia. Ci sono volute ben due lezioni-concerto per accontentare il numerosissimo pubblico (compreso il sindaco, molte autorità e anche l'ex presidente della Regione Claudio Martini) che ieri si è messo in coda per assistere all'esibizione del grande pianista. Troppi per essere accolti nella sala concerti allestita per l'occasione, in grado di accogliere non più di 150 persone.  Così Baglini ha deciso di replicare la lezione, prima esibizione alle 11 e seconda alle 12, per coloro che non erano riusciti a trovare posto. Il maestro pisano ha eseguito l'opera del compositore Modest Mussorgsky, accompagnata dalle proiezioni video del professor Giuseppe Andrea L'Abbate, proprio per ricalcare la stretta connessione dell'opera del maestro russo con l'immagine dei quadri di Victor Alexandrovich Hartmann che lo ispirarono nel 1874. "

leggi l'articolo

Il concerto di Baglini a Palazzo Reale

En plein air e in galleria

Maurizio Baglini pianoforte


Dagli scenari en plen air, tanto cari a Debussy, alle tele esposte in una galleria di Pietroburgo, il concerto di questa sera propone una carrellata di immagini e di suggestioni poetiche animate dal potere evocativo della musica.
...  
Modest Musorgskij scrisse i Quadri di un'esposizione in memoria di un caro amico, il pittore e architetto Viktor Hartmann. Nel 1874 era stata allestita a Pietroburgo un'esposizione di quadri e di schizzi di Hartmann, in memoria del pittore morto men che quarantenne. Musorgskij, presente alla mostra, era rimasto talmente affascinato dalla forza dei disegni che volle provare a tradurre in musica le impressioni ricevute. Il recupero di stilemi propri della tradizione folklorica russa, l'uso percussivo e tagliente del pianoforte e l'impiego di un linguaggio armonico dissonante di inusitata crudezza caratterizzano questa suite che si presenta come un ricchissimo caleidoscopio musicale: si spazia dall'atmosfera inquietante e grottesca dei brani dedicati a personaggi fantastici - Gnomus, uno schiaccianoci in forma di nano cattivo, e Baba Yaga, una strega della tradizione favolistica russa - al clima tenero e ingenuo del Balletto dei pulcini nei loro gusci, uno 'scherzo', veloce e lieve, caratterizzato dalla copiosa presenza dei trilli; dalla rappresentazione di un carro rurale polacco, Bydlo, il cui lento incedere è reso da una linea melodica al grave pesante e sinistra, al ritratto di due ebrei polacchi, Samuel Goldenburg e Schmuÿle, l'uno robusto, ricco e gongolante, l'altro magro, povero e piagnucoloso, impersonati da due motivi contrastanti. Vi sono poi gli affreschi di squarci caratteristici di una città: sia l'atmosfera sfavillante dei giardini delle Tuileries a Parigi, sia il brusìo della piazza del mercato a Limoges. Echi di un tempo lontano risuonano nel sentimento triste e cupo di una melodia intonata da un trovatore nel Vecchio castello o nelle masse accordali, percussive e dissonanti, che si trascinano lentamente in un'angosciosa discesa nelle Catacumbae romane di Parigi, fino ai teschi di Cum mortuis in lingua mortua. I vari "bozzetti" sono collegati dal ritorno (ben cinque volte) del brano introduttivo Promenade (Passeggiata) che, come suggerisce il titolo, rappresenta l'andirivieni del visitatore da un quadro all'altro. L'epilogo trionfale ed enfatico, La grande porta di Kiev, ispirata ad un progetto di Hartmann, risuona come un glorioso inno alla Madre Russia. Ad ogni brano verrà associato, mediante una proiezione in sala, uno sfondo multimediale, un "ambiente" grafico, ideato da Giuseppe Andrea L'Abbate, che ricrea quello suggerito dai "quadri" della suite. L'interazione di immagini in movimento ed esecuzione pianistica rientra in un progetto di Baglini e L'Abbate, dal titolo "Un piano per il web".  

Alessandro Lupo – Carla Monni